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      L'influenza di queste condizioni sui caratteri non è meno infelice. Anche i piú galantuomini s'avvezzano a bere un po' grosso in fatto di speculazioni e d'industrie; la rettitudine dell'animo, la delicatezza del sentire si ottundono; il bisogno, l'incertezza dell'avvenire, la malleabilità delle leggi e de' tribunali, a seconda de' casi e delle persone; gli arbitrî, le prepotenze distruggono l'indipendenza, la dignità de' caratteri. Il servilismo, la duplicità divengono un istrumento del saper vivere; ed il vivere alla giornata e di transazioni, diventa la trista e inevitabile condanna di una parte cosí numerosa e rispettabile della popolazione, sulla quale pesano quasi egualmente le due classi privilegiate, il clero e l'aristocrazia.
      Non la sola borghesia si trova a Roma in condizioni speciali; non è meno singolare e fuor del comune la costituzione del patriziato.
      Il nepotismo è stato il creatore della maggior parte delle famiglie romane di Libro d'Oro. Mentre nei nostri paesi la nobiltà, come dissi dianzi, guadagnava i suoi titoli sul campo di battaglia, la nobiltà romana li acquistava nelle corti; e quanto a ricchezze, non credo di denigrarne troppo le origini dicendo, che se le ombre di tutti i cardinali nipoti potessero essere evocate, e ognuna dovesse pubblicare il suo libro mastro, se ne sentirebbero delle belle.
      Da tutto ciò ne nasce che il temperamento, se si può dir cosí, di codesta aristocrazia, sia senz'energia, senza gran distinzione o altezza di sentire; ch'essa viva in una completa nullità, posta fra l'incudine e il martello della casta clericale dominatrice e del popolo sottoposto. Il peggio di tutto è, che di una condizione cosí poco invidiabile, ella non sembri avvedersene, non cerchi d'uscirne, e se ne mostri perfettamente felice.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Roma Libro Oro