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      È in vigore pur troppo un'industria che specula sulla pietà filiale, sull'amor coniugale, sugli affetti, sui moti piú intimi e sacri del cuore umano. Io ne feci l'amara prova, come la vidi ripetuta in piú d'un caso. Con tutto ciò non accuso tutto il clero; m'è anzi grato di riconoscere che in molti preti colti, onesti ed avveduti, sorge oramai e s'estende un principio affatto contrario. Molti riconoscono quali sarebbero le vere basi della loro autorità morale, ma ancora son troppi i seguaci della vecchia pratica; e chi di loro si lagna che la religione è scordata e depressa, farebbe opera piú utile e piú accorta ad esaminare i propri atti ed i modi usati da altri suoi pari, cercando di porre in chiaro se della decadenza religiosa s'abbia proprio a dar tutta la colpa alla filosofia ed alle passioni impazienti di freno.
      La religione ed il clero d'oggidí saldano gli arretrati di molti secoli. Sarebbe tempo per Roma d'accorgersene; sarebbe tempo di riconoscere che gli effetti presenti derivano da cause vecchie; ed i suoi amici la servirebbero bene, consigliandola a spegnere le dette cause invece di volerle ringiovanire. Del resto è fiato sprecato, ed io me ne ritorno a Genzano.
      Un mio compagno venne ad interrompere la mia solitudine, e divider meco la casa e la vita artistica. Con esso feci una gita nelle Paludi Pontine; quella che dianzi accennai, parlando del convalescente commensale; diciamone due parole.
      Da Velletri, situata sulle inferiori diramazioni del Monte Artemisio, la via Appia scende in pianura, e dopo una posta si trova Cisterna: antico feudo de' Gaetani(18); poi de' Braschi; regione di bufali, di febbri, di padule e di malandrini. Per la Madonna d'agosto, proprio nel cuore dell'aria cattiva, era la festa del paese; che sta tutto in poche case attorno ad una gran piazza sterrata, della quale il vecchio castello feudale occupa un angolo.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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