... si sa!.... - Quel si sa! o meglio se sa! ha un grave valore in bocca a un Romano. Può esprimere il fato, la necessità, come la convenienza, la consuetudine, e persino l'equità.
Qui ecco come l'intesi in parafrasi. "Il principe Borghese m'ha preso il mio cane, ed è inutile ch'io mi metta a contrastare con lui." Se poi si fosse domandato a questo villano: "Amereste meglio riavere il vostro cane, a patto però che Borghese non esistesse?" Avrebbe risposto: "Io posso stare senza il mio cane, in fin de' conti: ma chi potrebbe figurarsi il mondo senza casa Borghese?"
Per questo, l'odio che ardeva un tempo, verbigrazia, in Piemonte tra borghesi e nobili, a Roma non esiste affatto; mentre ce ne sarebbero ben maggiori cagioni.
In quell'inverno lavorai, ma il lavoro fu puro effetto di volontà, e mi costò sforzi incredibili. Non mi sentivo piú gusto per nulla: non pensavo, non miravo che ad una cosa sola, a quel mio malavventurato amore.
M'era per fortuna rimasto vivo in fondo al cuore un po' di senso del dovere: e fu la mia salvezza. Ancorché distratto, svogliato, divagato, pure non m'abbandonai interamente; rattenuto, oltre l'idea del dovere, anco dal rossore di vedermi cosí vilmente tolto a me stesso da un bel viso, da uno sguardo simpatico.
Però quella mia prima vita riposata di studio era sparita, e mi trovavo invece trascinato in un'altra d'ansie, di inquietudini, d'arrabbiature, di speranze, di timori, che prova la verità del proverbio popolare italiano: "Cicisbei e damerini, vita da facchini."
Ora si può dire che questo genere sia sparito dal mondo. Figlio dell'ozio, fu ucciso dall'operosità: in altri termini, frutto del dispotismo, s'inaridiva al raggio della libertà. Come si potrebbe oramai far dell'amore l'occupazione esclusiva di tutta la vita?
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