La conseguenza estrema e piú comoda di quest'istinto è la mantenuta....
Parlar di mantenute fra noi in quel tempo, era parlar dell'assurdo, dell'incredibile. E quei pochi forestieri che capitavano a Roma con simili compagnie, o che si sapevano aspirare a tali negozi con donne di teatro, ci parevano tipi di stupidità, e non si finiva di riderne e di canzonarli.
A poter sollevare il velo che cuopriva i misteri dello scalino, se ne sarebber vedute delle belle. Qualche segno esterno ne traspariva in qua e in là.
Mi ricordo d'un giovane (fui presente al fatto) che s'era trattenuto durante tutto il tempo del corso con due di questi fagotti; fattosi sera, venne pregato da loro di accompagnarli a casa: e s'avviarono per San Lorenzo.
Traversando il palazzo Fiano, a metà del cortile, una delle due mascherine cominciò a suonar a doppio sul giovane; e l'accompagnò a pugni e scappellotti fino a Piazza di Pietra.
Doveva averla fatta grossa costui.
Questo scatenamento del carnevale non mi divertí un pezzo: a ventitré o ventiquattr'anni già n'ero sazio e seccato, ed in quei giorni di pazzie fuggivo al polo opposto di Roma. M'accadde però nei primi tempi di prender anche parte a mascherate, e ad una fra l'altre che voglio ricordare.
Erano a Roma Paganini e Rossini; cantava la Liparini a Tor di Nona, e la sera mi trovavo spesse volte con loro e con altri matti coetanei. S'avvicinava carnevale e si disse una sera: - Combiniamo una mascherata. -
Che cosa si fa? che cosa non si fa? Si decide alla fine di mascherarsi da ciechi, e cantare, come usano, per domandar l'elemosina. Si misero insieme subito quattro versacci che dicevano:
Siamo ciechi,
Siamo natiPer campar
Di cortesia,
In giornata d'allegriaNon si nega carità.
| |
Roma San Lorenzo Fiano Piazza Pietra Roma Roma Paganini Rossini Liparini Tor Nona
|