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      - riescono in piazza. Al largo riprendon fiato, si rivedono in viso, si tastano: chi di qua, chi di là! In breve due o tre avevano avuto strizzi di poco conto e sgocciavano sangue; del resto, d'un colpo che poteva ammazzare due o tre persone, Dio misericordioso de' pazzi, non aveva fatto uscire altro danno.
      Padron Titta, al quale i carabinieri entratigli in casa avean trovato l'archibuso caldo ed il focone che insudiciava le dita, dovette andar carcerato.
      Ma in quei paesi c'è l'uso che, contentandosi la parte offesa, cade la querela ed il fisco non agisce ex ufficio. Troppo avrebbe da fare!
      Quindi riasciutte le ferite, compensate probabilmente con qualche barile di vino, e messi tutti d'accordo - affare d'un paio di giorni, - Titta rivide la sua casa, e tutto riprese il solito andamento, meno l'amore del sor Mario, rimasto morto sul campo d'onore.
      Credo anzi che le sue ceneri vennero da lui rispettate al punto che non gli diede mai piú un successore. Guarigione completa, e vera conversione!
      Nei nostri paesi farebbe un certo effetto una schioppettata che salutasse cosí un gruppo di venti o trenta individui, come semplice ammonizione. A Marino invece parve logica e naturalissima.
      Ma bisogna sapere che l'umore de' Marinesi non somiglia niente affatto al nostro, né a quello di molte altre popolazioni.
      Su un mio Album, dove andavo disegnando uomini e bestie cosí a volo, dal vero, mi volli prendere il diletto di notare ogni volta che in paese si spargeva sangue. In due mesi contai diciotto fra morti e feriti.
      E con questo non intendo conchiudere che Marino sia una trista e corrotta popolazione. Tutt'altro. La famiglia, il matrimonio, la paternità, vi sono moltissimo rispettate. Articolo regolarità di vita, riservatezza nelle donne, non ho mai visto il minimo disordine.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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