Se la sentirebbe lei che mi legge di fare altrettanto? No? Dunque non disprezzi il sor Fumasoni.
Ma aveva in sé qualche cosa di piú prezioso della facoltà di dire all'improvviso: egli possedeva un coraggio ed una fortezza da paragonarsi, per poco, a quella di Muzio Scevola.
Una sera ritornando a casa, gli viene sparato addosso un'arma da fuoco - o non seppe o non volle mai dire da chi - e la palla entratagli per le reni gli uscí dalla parte d'avanti. In casi simili molti hanno l'abitudine di cascare in terra, e di cacciarsi a gridare. Il sor Fumasoni invece si tien ritto e zitto il meglio che può, torna a casa, e per non spaventare la moglie le dice: - Tuta, va' a chiamare il medico, io mi sento gran dolori di corpo, e intanto vado a letto. - La ferita per fortuna non fu mortale, ed il sor Fumasoni la poté raccontare. Ma spero che non era une poule mouillée.
Un altro che conosceva, ebbe una coltellata ad una fiera due miglia distante: e nonostante tornò a casa a piedi colle budella mezze in corpo e mezze nel cappello; e anche questo guarí.
Ciò prova che è una razza animosa, e di forte tempra, dalla quale si potrà cavar eccellenti cittadini e soldati, quando sia uscita dell'ugne del governo papale.
E neppure è vero ciò che generalmente si crede fuori e dentro Italia; che sia gente capace soltanto di ferire ed uccidere a tradimento, e poi fuggire. Non dico che ciò non accada talvolta: ma non accade forse in ogni paese?
Il piú delle volte però si tratta di battaglie combinate e volute d'accordo dalle due parti.
Vi si usa, verbigrazia, un duello al coltello che ha un carattere singolarmente feroce.
Due s'attaccano a parole. L'uno dice all'altro: - Hai il coltello? - No. - Vallo a prendere e fra mezz'ora nel canneto tale.
| |
Fumasoni Muzio Scevola Fumasoni Fumasoni Italia
|