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      Dio volesse che questa massima fosse seguíta nella nostra vita politica! Vi sarebbero meno cacciatori di popolarità, e piú uomini gelosi della loro riputazione.
      Per raffermarsi l'animo contro le velleità dell'incostanza, suggerisce un'astuzia con se stesso, che è: ogni volta che senta risvegliarsi la voglia di mutare, di volersene prima rendere una ragione valevole, e venire cosí differendo di giorno in giorno il cambiamento. Con il qual metodo, dice egli: "de jour en jour, de semaine en semaine on arrive à des mois et des années, l'habitude se forme, on se fait à la stabilite; et voilà une vertu acquise!"
      Poco appresso riconosce il vero fondamento del bene operare; garanzia al tempo stesso di stabilità e di costanza, ove osserva che: "une autre manière de se livrer constamment et ardemment au travail serait de renoncer entièrement à tout amour propre, et de n'agir que par pur sentiment du devoir." Questa è certamente l'espressione piú elevata della morale, e dell'unico cardine della società.
      Le citazioni forse sono già troppe, e non voglio aggiungerne altre. Quel povero giovane cercava lottare contro fiacchezze morali ch'egli attribuiva a difetto di virtú, ed erano invece, secondo me, conseguenza della decadenza e deperimento delle sue forze fisiche.
      Egli già aveva sputato sangue in qualche occasione. Aveva voluto celarlo a suo padre onde non dargli inquietudini; ed a questo proposito trovo espresso un rimprovero ch'egli fa a se stesso dicendo:
      Je n'ai pas parlé d'un crachement de sang... Cela m'a obligé à ne plus être aussi sincère avec mon père. Ce qui est un très-grand mal. Lui qui est si sincère avec moi!
      Due anni dopo che aveva scritto questi appunti, la malattia di languore che da un pezzo lo consumava, s'aggravò. Andò a Aix, usò rimedi, ma inutilmente; e si spense nella nostra casa di Torino di via d'Angennes, nella camera che è sopra il portone.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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