In ambedue tuttavia, è innegabile, il male ha una missione.... ma non entriamo nella metafisica.
Io conoscevo molti appartenenti a queste sette, perché al mondo artistico ci si mescola un po' di tutto. Per fortuna non dovevo aver viso di cospiratore, nessuno mi propose mai di mettermi nei loro pasticci. Dico per fortuna, perché malgrado la mia naturale ripugnanza alla simulazione, alla bugia, al vivere di segretumi e di misteri, poteva forse accadere che in quell'età di poco giudizio, invitato accettassi. Però mi par difficile.
Ho benissimo presente che sin d'allora questo farsi schiavo in nome della libertà (e pazienza schiavo, come un soldato, d'un capo ardito, leale, intelligente e conosciuto) ma schiavo d'un potere occulto, anonimo, del quale s'ignora i mezzi come il fine, mi pareva, dico, una contradizione ed una vera duperie.
Allora era piú un sentimento che un raziocinio. In seguito fu l'uno e l'altro; ed ebbe per conseguenza felice l'essermi sempre trovato libero e sciolto da impegni o promesse segrete, né mai in pensiero che qualcuno me le potesse con diritto rammentare.
Le abitudini di costante falsità contratte necessariamente nel lungo uso delle sette, sono, secondo me, da porsi fra le cagioni principali della decadenza del carattere italiano.
E di chi la colpa? Degli Italiani? In parte. Ma piú de' governi, i quali resero il rifugio nelle sètte inevitabile, date le condizioni ordinarie dello spirito umano.
Le forze della natura non si distruggono. Se trovano chiuse le vie regolari, si gettano nelle disordinate.
Quando la società è ordinata in modo che la menzogna, l'ipocrisia, l'adulazione, la viltà siano le piú sicure difese, come i migliori veicoli verso la fortuna, non è da stupire che le idee morali si confondano e s'oscurino; e che la questione della vita si riduca a cercare d'essere il piú forte o almeno il piú astuto.
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Italiani Dico
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