Questo pover'uomo si mise in cuore di volerlo ancora rivedere. Trova aperta la scaletta segreta, sale, arriva a un gabinetto. Bussa, nessuno! S'avanza incerto. Trova un'altra porta, entra in una camera. Nessuno! Apre una terza porta, si trova nella camera del Papa, e lo vede che sul capezzale aveva un monte di guanciali; ma volendosi forse aiutare in una soffocazione, s'era piegato tutto su un lato e stava col capo a penzolone fuor della sponda. Il povero giardiniere si slancia per aiutarlo, e alla meglio lo rimette nel letto a dovere. Poi lo chiama, lo tasta, e lo trova freddo!... Allora si getta in ginocchio, piangendo, e recita un De profundis per il morto Papa. Entra in quella uno de' suoi famigliari, che doveva tornare dall'aver messo roba in sicuro: si stupisce, lo sgrida, lo minaccia se mai parlasse, e lo caccia."
Ma il giardiniere parlò.
Quello poi che è piú strano, mentre sono possibili simili atrocità nel servizio interno del Papa, le anticamere del palazzo rigurgitano di guardie nobili, di Svizzeri, di sentinelle, e monsignori e uscieri e servitori, ecc. ecc. ecc. Roma apparente, e Roma vera, sarà sempre il grande arcano per chi non l'ha praticata a fondo e per anni ed anni, ed il non saperle distinguere è l'origine di tutti gli errori di chi tratta ora la questione romana.
Morto il Papa, è avvisato il cardinal camerlengo che si presenta con altri prelati. Chiama a nome il Papa tre volte; e siccome non ottiene risposta, gli vien presentato su un piatto un martello d'argento col manico d'ebano, col quale percuote tre volte la fronte del cadavere. Con ciò s'intende provata la morte del Papa, ed è annunziata prima al Senatore di Roma, chiamato dall'anticamera dove stava aspettando.
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