Se ora taluno firmasse in Pietroburgo una donazione per me di due milioni di rubli annui, son io ingrato non lo ringraziando su questo punto? Ora applica la teoria alla pratica. Voi altri mi diceste piú volte di conoscere chi aveva fatto e faceva sacrifici per voi oltre lo stretto dovere; me ne esprimeste gratitudine: penso che non hai avuto in mente d'esortarmi a non prendermi pensiero di voi. I pochi poveri cui fo qualche carità sono sí poco ingrati, che ti posso dire con precisione di veracità, d'aver nome di caritatevole superiore d'assai al vero. La patria e il Re, oggetti d'immutabile affetto e di riverenza per me, sono affatto esenti da simili imputazioni. Se vuoi disgiungerli, la patria si riduce a quella parte della popolazione che conosce me e le azioni e gli affetti miei. Essa non ha altro da darmi, se non contrassegni di stima; mi pare di goderne quanto ne possono meritare le azioni, i sensi che di me son noti. Può taluno aver trovato a ridire ad una o ad altra delle dimostrazioni date da me d'amor patrio. In un tempo che è sí scarso, sono da compatire coloro i quali non lo avendo veduto mai se non larvato, duran fatica a ravvisarlo; ma essi poi non sono il maggior numero; ed anzi neppur essi mi negano, credo, quel senso di buon'opinione, ch'io diceva essere l'unico modo di mostrarsi grato che abbia il popolo. E se pensi al rammarico espresso da molti di non vedermi in impiego importante, confesserai che il solo amor proprio è bastante a farmi contentare di siffatta specie di gratitudine e di stima per parte del pubblico. E bada bene che questo mescer Pubblico si ristringe indicibilmente, se vogliam dirla qual è, per ognuno di noi. Quanti sono in Torino stessa, e quanti piú nello Stato, cui non è noto il mio nome!
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