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      Egli non può conoscere come voi tutta la mia devozione per lui: quanti atti a lui non ne sono noti! Quanti sensi ne ho mostri in seno alla mia famiglia, che neppure si può figurare; e quanto meglio mi posso io figurare tutte le voci ond'egli è assordato di persone chiedenti, instanti, molestanti, cui non può tutto dare il richiesto: ed io sono persuasissimo, che e per me e pe' figli miei avrei ottenuto, se avessi o voluto per me, o potuto per alcun di voi chiedere. Ma per me saría stata presunzione; per voi non credo vogliate dolervi se io ristetti.
      Dunque posso conchiudere, lui essere affatto escluso eziandio da ogni sospetto di sconoscenza; e dirò pure d'aver trattato a rilento un tal argomento troppo alieno dal rispetto che porto al padre di noi tutti. Ma l'ho fatto altresí, perché ragione e dovere di carità, di giustizia, esigono di parlare per lui quando tanti sí ciecamente lo mordono. Ciecamente davvero, poiché ad ogni uomo dotato di puro amor di giustizia ed esperto della condizione de' sovrani, dovrebbero i loro errori stessi ingenerare compassione, e desiderio di giovar loro, potendo: sarebbe un giovar pure alla patria assai piú che con lagnanze per le quali sempre s'indebolisce la buona volontà ne' sudditi. E quale ne è il frutto?...
      Supposto dunque ancora un torto d'ingratitudine per parte della patria e del sovrano, non ammetterei doglianze contro di essi; anzi crederei di dover proseguire a giovar loro quanto in me starebbe. Se hai costí Metastasio, troverai nell'Attilio Regolo, nel Temistocle ed altrove espressi i sensi dovuti ad una patria ingrata.... - Ah! ah! signor padre, ella si paragona a codesti gran barbassori! Eh! l'umiltà è ita sotto il camminetto, e su per la gola di esso s'è sciolta in fumo.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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