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      Si può incontrare di questi tipi, ma sono rari come le mosche bianche. E dica un po': Vorrebbe lei essere una di queste mosche bianche? Io non fo il sentimentale, non fo pompa di smanie umanitarie e non conosco cosa piú antipatica della filantropia artefatta; ma siamo giusti, basta di aver viscere di galantuomo per fare certe riflessioni. A me se ne presenta una in tutti gli atti della vita de' ricchi, che m'assedia come un fantasma. E poiché si sta in discorso del gioco, a vedere su quei maledetti panni verdi oro ed argento a mucchi rimenato col rastrello versarsi da una mano nell'altra a capriccio delle carte, e la gente che attende a questa maledizione co' visi tristi, le ciglia aggrottate, in un silenzio sinistro; non un sorriso, non uno sguardo sereno fra tanti, non l'espressione di un bel pensiero, d'un buon sentimento: e pensare quanta gente a pochi passi, forse nella casa istessa, piange e sospira inutilmente un soccorso, un'assistenza, che gli procurerebbe la minore di quelle monete.... A questo bisogna pensare; e se non si è un pezzo di legno sarà un sano, un fecondo pensiero per chi gioca e per chi non gioca.
      Il vero socialismo, la santa legge agraria è quella del Vangelo: - quod superest date pauperibus; se no, si potrebbe risentire il grido selvaggio d'à bas les riches, et la propriété c'est le vol. Dunque chi ne ha, sprechi un po' meno, e ne dia. Cosí non gliene verranno a pigliare!
      Temo d'aver fatto un po' troppo il predicatore, terminando anch'io coll'elemosina: ma ho finito, e non ci ricasco per un pezzo.
      Intanto la rinfrescata era venuta, ed io ritornai dal medico. Non lo nominerò ché se lo meriterebbe, perché o era un grand'asino, o era un birbo. Mi sottopose ad una cura lunga, costosa, piena di pasticci, che invece di bene mi fece male, e però tre mesi dopo ritornai a Roma peggio di prima.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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