Ma gli angioli la reggono, non si fa nessun male, e il tiranno resta con un palmo di naso. Alda - si capisce anche questo - s'invanisce un poco del buon esito d'un salto simile e si vanta di ripeterlo a volontà; ma invece cade giú a Sant'Ambrogio, e, frase del racconto, 'L toch pi gross a l'è staita l'ouría.(23)
Questo monastero godeva di giurisdizioni feudali: possedeva terreni per la Lombardia, ed in oggi ancora v'è in Milano la chiesa di San Michele alla Chiusa, antica sua succursale. La Chiusa, ove sorge la Badía, è il punto ove i Longobardi sotto Desiderio chiusero il passo a Carlo Magno. Egli, superando i gioghi meridionali della valle di Susa, riuscí nella prossima valle di Giaveno, e fattosi alle spalle del nemico lo ruppe. Queste fazioni sono raccontate da una cronaca, la quale avendo detto le cose come erano con parole semplici, e che si capiscono subito senza bisogno di tornar da capo; e che di piú con aneddoti di vita intima vi trasporta in quell'età, e ve la fa conoscere cosí bene, si chiamerebbe la rozza Cronaca della Novalesa, da quei tali che tengono ignorante il prossimo e lo seccano in nome della dignità della storia. È curioso, verbigrazia, il patto col quale Carlo Magno ottenne di conoscere il passo ignorato che gli diede la vittoria.
All'Imperatore si presentò un certo uomo, e gli offerse d'insegnargli una via(24) per calare alla pianura; chiedendo in guiderdone che, adempitita per parte sua la promessa, potesse salire su un poggetto, e sonandovi il corno, divenissero suoi servi quanti l'udissero. Carlo Magno che l'aveva per un tozzo di pane, s'accordò tosto nel prezzo, e quest'uomo, vinta l'impresa, suonò il suo corno - si può immaginare con che soffiata!
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