Dall'afflizione nascono i regressi sul passato, le rivelazioni di colpe o dimenticate o ignorate, i salutari rimproveri della parte buona di noi alla parte cattiva, le risoluzioni severe, le mutazioni dolorose ma irrevocabili.
Sentendo che il passo varcato mi aveva trasportato in uno stadio nuovo, venni insensibilmente provando il desiderio di raffrontare col passato il nuovo orizzonte che mi si apriva sull'avvenire; nacque in me la voglia di mettermi sotto gli occhi il concetto generale della mia vita: di definirne le epoche, le fasi; di dividerne, per cosí dire, i capitoli come s'usa in una biografia. Che cosa avevo fatto sin allora? Avevo studiato, è vero, con bastante costanza, ero entrato per una via non biasimevole certamente, molti alla mia età avevano fatto peggio.... ma stringiamo il pugno, alla fin fine avevo fatto all'amore e dipinto: avevo trentadue anni. Potevo viverne altri trenta o quaranta; e tutto doveva finir lí? Far all'amore e dipingere? Mi pareva poco o non abbastanza (non potevo sapere allora, che, quanto a mutar mestieri, il destino in appresso m'avrebbe servito à souhait); e venivo formando piani e ipotesi per far di piú, senza trovar nulla che mi contentasse. Ero come l'uomo nelle tenebre, che tasta per trovare un corpo sodo al quale appoggiarsi, e non incontra che il vuoto. Passai un brutto inverno. Venuta la primavera, mi parve bene dare un'occhiata al modesto avere lasciatomi da mia padre; e me n'andai al castel d'Azeglio per passarvi qualche tempo. La terra conta circa duemila anime e giace ai piedi d'una collinetta sulla cui cima sorge il castello, a cinque miglia ad oriente d'Ivrea, ove sbocca la valle d'Aosta.
La tradizione vuole che all'epoca romana fosse una specie di colonia penitenziaria, un luogo immune, un Asilum: quindi Azeglio.
| |
Azeglio Ivrea Aosta Asilum Azeglio Far Passai
|