Pagina (589/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      (*) A forza di frugare, trovato infine l'argomento della mia seconda opera, ne parlai con Grossi, e con qualche altro amico; n'ebbi incoraggiamenti e mi misi sul sodo a fare.
      (*) Qui viene un tratto de' miei Ricordi, che, stando al proverbio, posso considerarlo come noioso. E se cosí pare a me, non c'è dubbio che lei mi dia torto: non dirò di saltarlo quasi di pié pari, ma di non fermarmici troppo. Il tratto che a me par noioso, è stato per certi riguardi il piú tranquillo ed il piú felice della mia vita.
      (*) A Milano, si può dire senza che le altre città italiane se l'abbiano a male, la vita è (forse era allora anche piú che adesso non sia) assai felice, piacevole, gradita. In generale si parlava poco di cose serie: e come parlar di cose serie colla guarnigione che si aveva in casa? C'era un non so che di abbondante, di ricco, di vivace, di attivo, che metteva buon umore a vederlo. Io posso dire d'aver trovato in Milano un'infinità di porte aperte, a molte delle quali non avevo neppure bussato; e d'aver veramente sperimentato che cosa voglia dire un'ospitalità cordiale. Fatto ben presto conoscenze nella parte piú eletta della città, e nella classe artistica, non è a dire quanto il tempo mi volasse. Guarito dall'antico male morale di Roma, e quello che piú importava, dal male fisico al cuore che, come altrove ho detto, a trent'anni mi faceva credermi quasi vecchio, lavoravo assai, e qualche volta lavoravo, come si suol dire, disperatamente. Intanto, facendo mostra di non badarci, tenevo sempre l'occhio sull'Ettore Fieramosca, sui passi che esso faceva verso il tempio della gloria: e quando, malgrado le maligne obbiezioni che non ho mai mancato di fare a me stesso nelle cose che mi riguardano, dovetti proprio convincermi che non solo era accettato dal pubblico italiano, ma che faceva decisamente furore; allora pensai essere giunto il tempo di por mano al Niccolò de' Lapi, del quale avevo già scritto alcuni capitoli fin dal 1831 o '32. Inoltrandomi in questo lavoro, avevo spesso scrupoli e dubbi, che nello scrivere il Fieramosca non avevo punto sentito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Grossi Ricordi A Milano Milano Roma Ettore Fieramosca Niccolò Lapi Fieramosca