.. i due misteriosi argomenti contrari che dentro di me s'erano accapigliati a Milano mi tornarono alla mente. Poteva succedere un'indiscrezione, da questa potevano nascere supposizioni, e in questi articoli la carità del prossimo è conosciuta e se queste supposizioni si divulgassero! e se un maligno birbante s'occupasse di informarne anche gli abitanti di Piazza San Fedele!...'
(*) Corsero alcuni giorni, e non ci pensavo nemmeno piú. Poiché poi ero a Roma, volevo ammirarne un'altra volta le bellezze con un occhio che, senza superbia, potevo supporre piú esperto di prima. Presi un quartierino: mi vi annicchiai bene: distribuii al solito le mie ore, e pensai di passare colà un po' di tempo da vero, da esclusivo artista.
(*) Una mattina la signora Angelina (di cui dirò fra breve) mi presenta un biglietto: non sapeva chi lo mandasse; l'uomo che l'aveva recato disse ignorarlo: entrai nel mio appartamentino, e apersi il biglietto; se io abbia provato sorpresa, la lettura di esso lo indica abbastanza. Eccolo: "Signore! si ha desiderio di dirvi una cosa che tocca piú voi che altri. Un uomo fidato - con un fazzoletto bianco in mano - si troverà oggi stesso a mezzogiorno alla porta della vostra abitazione: appena vi vedrà, muoverà verso la via deserta a mano manca: seguitelo, e vi dirà che cosa dovete fare". - "Gesummaria!" esclamai, lasciandomi cadere sopra una scranna: che avessi da far il giovinetto imberbe ed eroico in qualche grosso dramma!
Dichiaro che non ho piú nessun dubbio intorno ai miei due angeli. Il secondo non ha che da tenersi ben nascosto. Noti il signor lettore che ero già oltre i quarantacinque anni! E ripensando a Milano, a casa mia, agli artisti, a Manzoni, a Grossi, mi vedevo al rischio di non saper veramente rimpetto alle conoscenze di Milano, in qual maniera disporre i muscoli della mia faccia, senza essere diretta causa di riso piú o meno caritatevole!
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