del capo era difesa da un bacinetto d'acciaro, al quale la maglia si congiungeva fasciando il collo, e lasciando il solo volto scoperto. Tenevan lor dietro i servi, i falconieri, gli uomini del monastero, i buffoni, gli scudieri meno coperti d'arme, quali portando gli scudi de' loro padroni, quali reggendo sur un guanto ricamato a colori del signore lo sparviero col capo coperto, privilegio allora di nobiltà, altri carichi di masserizie de' viaggiatori. Credeva udire il bisbigliar sommesso della moltitudine, alla porta il moto de' cavalli e de' muli, le grida de' condottieri, il lento tremolo rimbombo delle campane, e i lontani canti del coro. Mi pareva ultimo seguir la turba, quando giunsi all'alta porta: la voce della mia guida m'avvertí non la varcassi senza osservarla; e da' regni della fantasia tornai nel mondo reale.
Colonne ritorte e diritte di buona maniera moresca con capitelli di strane diverse invenzioni, figure d'animali, fogliami, e vòlte ad arco tondo, formano questo pezzo d'architettura, unico in tutto l'edifizio per bellezza e ricchezza d'ornati. Una bellissima breccia bigia è stata impiegata alla sua costruzione, e difficilmente si potrebbe indovinare il motivo che abbia indotto a porre tanta spesa e tanto studio in questa sola porta, mentre regna nel rimanente la piú nuda semplicità. I dodici segni del zodiaco sono scolpiti assai goffamente nella facciata esterna dello stipite destro: nel sinistro si vedono diverse figure d'animali senza apparente significato. Stanno scritti sugli orli alcuni motti in barbaro latino(32), i caratteri sono romani ed assai ben formati, eccetto il G e l'A, che sono quali appaiono nel disegno. Un tal Niccolò è stato l'artefice, ed il suo nome si trova in altri monumenti dell'epoca medesima.
| |
Niccolò Stanno
|