Già la mano d'uno di loro lambiva la veste della vergine: col pensiero piú che col labbro chiedendo l'aiuto della immacolata Madre di Dio e di san Michele, si lancia fuori del balcone altissimo, e leggera come la penna che si stacca dal petto della colomba, trovasi illesa in fondo al precipizio. Tanto favore del Cielo insuperbí la vergine. Tornato in calma il paese, e dileguato il pericolo, volle ritentar la prova. Cadde dall'alto, e percossa cento volte alle acute punte de' massi, venne rotando sino al fondo, miserando esempio di punita superbia. Una croce di pietra è innalzata sul luogo, ove l'infelice restò senza vita, ed al dirupo rimase il nome di Salto della bell'Alda.
Benché il racconto del monaco non ci sembrasse meritar intera e cieca fede, ci parve però convenisse allo stupendo edifizio ed alla sua antichità. Ha sete sempre l'animo nostro di meraviglie, né trovandosele vicine, le cerca nel remoto passato, o nel tenebroso avvenire. Molte sulla Sacra ne narrano le tradizioni, da alcuni pochi credute, e dai piú udite non senza piacere per la mentovata cagione. Chi non ne gradisse il racconto, pensi terminar qui la raccolta delle poche notizie, che ho potuto su tal soggetto adunare. Prendo da lui congedo, non affatto sicuro del suo perdono per aver fra le cose storiche o tradizionali frammischiata la narrazione della bell'Alda, che però si trova talmente all'istoria della Sacra congiunta da non trovar il modo di separarnela. Per ciò che riguarda i casi del monaco Arnaldo, ho creduto potere dar corpo e colore ad un informe racconto, che mi è avvenuto d'udire. Il desiderio di rendere meno arido il mio soggetto mi servirà, spero, di difesa o di scusa.
Lasciato dunque il mio piú scrupoloso lettore a vagheggiare l'istorica verità, rivelatrice spesso di poco liete ed onorate memorie, ai meno increduli offro il corredo de' racconti, ai quali teatro opportuno è stato giudicato il recinto dell'antica Badia.
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