Ebbe lungo tempo il nome di San Michele della stella, perché l'anniversario della consacrazione si vedeva sovr'esso una lucidissima stella.
Quando formò Ugone il progetto d'innalzar l'edifizio, già s'era, come dicemmo, nel luogo medesimo eretta una cappella. L'origine di questa viene da alcuni cosí narrata. Giovanni arcivescovo di Ravenna, quello che coll'arcivescovo di Magonza coronò imperatore Ottone III, ministrando la Cresima nella chiesa di San Vitale, differí, per esser l'ora tarda, di conferirla al figlio d'una vedova, il quale poco stante morí. Afflisse tal caso moltissimo l'arcivescovo, e pregando Dio pel perdono della sua negligenza, ottenne la risurrezione del fanciullo, al quale dopo aver conferito il sacramento, qualunque ne fosse la cagione, lasciata la sua chiesa si partí. Condottosi nel monte rimpetto al Pirchiriano, detto Monte Caprasio, vi si fabbricò una cella, ed attendeva a far vita romitica. Risolse edificar in vetta alla montagna una chiesa in onore di san Michele. Or mentre postosi all'opera già aveva cominciato a fabbricare, gli Angioli in forma di colombe toglievano di nottetempo quanto s'era il giorno innanzi lavorato, e lo trasferivano sul monte dirimpetto. Volendosi chiarire il romito da chi gli venisse turbato il lavoro, prese il partito di passar la notte sul luogo, e non solo vide le miracolose colombe portarsi i materiali dell'edilízio, ma rapito esso medesimo si ritrovò sul monte Pirchiriano, ove per comando dell'Arcangelo venne innalzata la chiesa.
Circa la sua consacrazione corre fra' popoli la tradizione seguente: Compiuto l'edifizio, venne Amisene vescovo di Torino a consacrarlo. Dormendo in Avigliana, fu veduta sull'edifizio una luce sí grande, che credendo ognuno ardesse il monte, fu risvegliato il Pastore con grida e tumulto grandissimo.
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