- Tu parlasti da valentuomo, per l'onor di Milano e della mia casa. Togli questi.
E messa la mano in una borsa di panno verde, sul quale era trapunto il suo stemma, e che gli pendeva dalla cintura, gettò nel cappello di Frastrado un pugno di mediatini. Era scorsa appena mezz'ora dalla partenza del messo. Lanfranco non s'era mai visto torcer gli occhi un momento dal punto ove sperava vederlo ricomparire col padre suo, ed alla istessa parte eran vôlti con premurosa curiosità gli sguardi de' circostanti.
Un grido di Lanfranco, seguito dalle parole:
- L'ho veduto!... Viene! - e piú di tutto la gioia che gli si diffuse sul volto, annunziarono la venuta d'Ardengo, che giunse, in effetto, dopo non molto, colla sua guida, e tutto ansante e fuor di sé, né potendo ancor bene comprendere in qual modo, o da qual potente mano gli venisse restituito il figliuolo, ora l'abbracciava, ora si volgeva a chi gli era intorno con viso ridente insieme e lagrimoso, interrogando come e da chi gli fosse venuta una tanta e cosí inaspettata ventura. Quand'ebbe udita per filo la cosa e gli fu mostrato quello cui era debitore, si può ben dire piú che della vita, gli si buttò dinanzi ginocchioni, abbracciando e baciando le zampe del cavallo, che tenne strette senza poter parlare per alcuni momenti; quando alla fine, poté formar parole, gli diceva:
- Barone! noi non siamo che poveri schiavi... quantunque non lo fossero gli antichi nostri, non possiam nulla... non abbiam nulla se non l'onore, che non lo compra la moneta, e voi l'avete compro col beneficio, ed è vostro, ed al modo che noi sapremo esservi schiavi, voi ve n'avvedrete.
Non parve che il giovane barone fosse mosso gran fatto dalla gratitudine, che, con tanta effusione, gli veniva espressa da Ardengo.
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