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      - Se ne dicon tante, ma chi poi l'indovini...
      - E sai almeno chi vi vada a questa cavalcata?
      - Qualche cento palvesi della bandiera di Porta Romana, ho udito, e una ventina di militi, e poi giā il nostro sire Azzone colla sua donna e 'l fratello, frate Lantelmo, quel Templario amico del padrone, poi il primicerio Caldino, e sire Eriprando Visconti, e Traverso Menclozzi, e Mezzabaffa Porro, e molti altri di costoro; e vi dev'esser anche il Capitan generale dell'oste, sire Guidone conte di Biandrate.
      - Costui, se non puzzasse di Cātaro, sarebbe pure il men ribaldo di tutti.(48)
      - Ma, s'io non erro dovrebbero andar piú a sollazzo che ad altro. Malgirone, il falconiere, ha ordine d'aver pronti i falchi; e tutta la masnata e gli aldi(49) di casa cavalcheranno.
      - E tu non vai? Ti vuol pur sempre seco sire Azzone.
      - Eh, anderō, anderō. Cosí non andassi e non l'avessi a ritrovar per un pezzo.
      Ardengo, appena lasciatesi sfuggir queste parole, se ne pentí, quantunque le avesse pronunciate con un tal sospiro, che ben mostrava con quanta passione e veritā le dicesse, volle pur tentar di smentirle e ridirsi; ma frate Brisiano non prese lo scambio, e s'ebbe quasi per male la diffidenza che conobbe nel vecchio.
      - Credi tu ch'io ti voglia tradire e ridire al padrone che poco ti curi esser suo?... Giā m'ero avveduto che qualcosa l'avevi pel capo.
      Ed Ardengo, senza rispondere, teneva il viso basso e pensava: "S'io m'aprissi a costui, che č religioso, e gli dicessi i miei dubbi, i miei timori, e gli chiedessi consiglio?".
      Frate Brisiano, dal canto suo, era curioso di sapere il vero motivo delle parole d'Ardengo, bene immaginando vi fosse sotto qualche nuovo sopruso d'Azzone; che, per quanto il frate s'astenesse dal porre il piede nella casa degli Osii senza necessitā, era pur costretto talvolta andarvi, e della fiducia del padrone in Ardengo e de' carichi che spesso gli dava ne sapea qualche cosa.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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