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      Ora per opera di certo cittadino di Crema (onde non paia che la cosa venga da Milano) hanno fatta fare dal maestro medesimo un'arca compagna e ordinato che, da un uomo mandato apposta a Vinegia, vengano avvisati quando sia giunto il mercatante e si muova per venire in qua... Vedete quante n'hanno dovute pensare!... e certo hanno saputo ordinar la cosa in modo che non puņ fallire.
      Ora l'avviso č venuto, e 'l mercante dev'essere domani, due ore avanti giorno, al passo dell'Adda. Ier sera il padrone mi fa chiamare: lo trovo nella sala del solaio con quelli stessi che erano stati presenti alla contesa. Fo la mia riverenza, e mi dice:
      Ardengo, ho bisogno di te, e questa volta se hai ingegno ed astuzia l'avrai a adoprare, e vedrņ se veramente mi sei grato del bene che t'ho fatto".
      Non m'avea parlato mai tanto in buona, ed ho pensato tra me:
      Cattivo segno... Dio sa... qualche cosa peggio del solito". Vedete se ci avevo azzeccato! Mi narra tutto il fatto per filo, e poi mi dice: "Domani cavalcherai, e andrai la notte alla Cą del Bosco (era il nome della grancia diretta da frate Brisiano), prenderai con te Lanfranco e otto de' migliori a tua scelta. Tre ore prima dell'alba ti troverai imboscato nelle macchie dell'Adda. Quando giunga colui co' suoi muli, son otto bestie e quattro uomini, l'assalterai, e tenete tali modi che abbiate a sembrare venturieri e ladri di strada. Troverai un'arca simile a questa", e me l'additava sulla tavola vicina, "prendi quella che trovi e lascia questa in sua vece; fa che non s'avveda del cambio, e, per coprirlo meglio, levagli qualche po' di moneta ch'egli abbia accanto. Poi fingete udir gente che sopraggiunga e fuggite. Tra due giorni ti aspetto qui a quest'ora stessa, e ricordati che Azzone ha la mano aperta con chi lo sa servire a suo modo.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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