Esso che si sentiva sommergere in un mare di dolori, potea respinger la mano che un angiolo gli tendeva per sollevamelo?
Durò qualche tempo in questa vita, che potea paragonarsi ad un sogno febbrile; ma non tardò a lungo a destarsi.
Una sera d'estate, al finir della cena, ov'era seduto a fianco d'Aldina, sentí sorgersi in cuore un'inesplicabile agitazione, come accade appunto ad un vaso d'acqua, che, dopo esser stato sul fuoco un pezzo, alla fine leva il bollore; e, lasciata la compagnia, uscí solo dal castello in un bosco e, scopertosi la fronte per rinfrescarla, alzandola tratto tratto come per aver piú libero il respiro, nell'affissar le prime stelle che comparivano, le vide piú del solito tremolanti pel velo di lacrime che gli si veniva stendendo sulle pupille. Le asciugò, quasi meravigliato di se stesso, col dosso della mano, ma, invece di arrestarle, cominciarono a sgorgar piú copiose e scendergli per le gote, che da molti anni non ne erano state bagnate: e, fermatosi a un tratto, si può dir sbigottito, diceva a se stesso: "Che cosa è questo? che cosa ho io?".
Un'istantanea luce gli rischiarò in quel punto la mente ed il cuore, e vi lesse: conobbe il suo stato, conobbe ch'egli era per muovere il primo passo su una nuova via di dolori, di sventure, di colpe; si batté le palme sulla fronte; fu per cacciarsi a fuggire e non tornar al castello mai piú, ma una voce interna gli disse: - È tardi! - e, pochi minuti dopo, il disgraziato era di nuovo al fianco di Aldina.
La notte, solo in camera, raddoppiò le preghiere, trovò modo di render piú doloroso il cilicio che sempre portava, vegliò, pianse, batté la fronte ardente sulle lastre del pavimento; gridò pietà a Dio; quasi con ira gli chiese di poterla obbliare: ed in mezzo a queste smanie, qual era il solo pensiero dell'infelice, quale l'orribile visione che gli stava sugli occhi senza trovar modo a sottrarsene?
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Aldina Aldina Dio
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