Correva appunto in allora pel mondo la dolorosa istoria d'Abelardo ed Eloisa accaduta di fresco; e la differenza d'anni tra que' due celebri amanti era anco maggiore di quella che lo separava da Aldina. All'ombra di quest'esempio, piú e piú metteva radici quella speranza ed un nuovo dubbio s'aggiungeva intanto ad affrettarne gli effetti.
L'amore, che era in quel tempo una specie di misticismo, e sarebbe potuto nominarsi la metafisica de' sensi, aveva e codici e costumanze e tradizioni, secondo le quali le corti d'amore pronunciavano i loro giudizi. Questi, e con essi l'opinione dell'universale, erano inesorabili contro chi sconoscesse, o si mostrasse ingrato all'amore, od anco alla semplice preferenza di donna gentile, dichiarandolo villano ed indegno dell'onore di cavalleria. Non era al tempo stesso cosa rara trovar donne e cavalieri che fosser presi d'amore per persona o lontana, o sconosciuta e della quale udivano soltanto celebrar dalla fama la beltà o la prodezza. Ed a questo modo incorporeo d'innamorarsi non era ostacolo neppur l'età, quando l'oggetto ne fosse degno ed onorato.
Tanto meno parrà dunque strano che Lantelmo temesse d'usar forse discortesia ad Aldina, per troppo stimarsi indegno della gran ventura che sembrava gli fosse offerta; e gli era insoffribile il sospetto che ella avesse forse a tacciarlo in cuore di villania o di sciocchezza. Vinto da questi pensieri, o forse piú ancora dal cuore, l'incertezza gli divenne insoffribile. Trovandosi una mattina solo con lei, le diceva a modo di scherzo e sorridendo, ma col cuore e la voce tremante: - Ben sapete, madonna, che i cacciatori, talvolta, per provar la forza e la portata d'un loro arco, non prendon già di mira un nobile airone, ma traggono ad animale di nessun conto: pure soffre, sapete, questo povero animale nel sentirsi trafitto, quanto soffrirebbe l'airone: e voi, cosí buona, non n'avreste pietà? e vi darebbe il cuore fare il crudele esperimento?
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