Condotti ad uscirne dalla vastità dell'argomento, ci sbigottisce ora piú che mai il temerario assunto. Ci sbigottiscono le colossali proporzioni del dramma cui abbiamo osato por mano, del quale gli attori sono città e provincie intere, la scena gran parte d'Italia, la durata un mezzo secolo ed il soggetto, finalmente, il piú onorato ed illustre tra quanti ne vanta la patria nostra.
Quasi quasi a potersene con onore ritrarre!
Vergogna! La venerata memoria di que' nostri antichi, della loro virtú, del sangue onde inondarono la terra italiana per farla libera dalla catena tedesca non basterà dunque a destarci in cuore una scintilla che c'infiammi l'ardire? Un Italiano d'oggi neppur oserà narrare quel tanto che osarono operare gl'Italiani d'allora?
Avanti, dunque, e ci sostenga il santo amore di quella patria che da secoli chiede invano ai suoi figli poter di nuovo sedersi al convito de' popoli liberi. Ci sostenga il pensiero che, se la spada che gliene sgombrerebbe la via è soverchio peso pel braccio d'un solo, può almeno un sol braccio additar questa via colla penna. Cosí ci concedesse Iddio porvi il piede pel primo e lavarne l'ingresso col sangue!
Una breve occhiata sulla condizione politica d'Italia nel XII secolo è, però, necessaria, prima di riprendere il filo del nostro racconto.
Quando l'oltramontano dominio de' Carolingi cadde sfinito, lasciando campo agl'Italiani di farsi liberi e di propria ragione, non seppero afferrar pe' capelli la preziosa occasione, o, per dir meglio, non vollero. Dopo tempestoso esperimento di regno italiano da Berengario a Berengario II, le gelosie, o meglio, l'invidie tra grandi e grandi, tra deboli e potenti e tra le diverse parti d'Italia, diedero vinta la patria nostra in mano degli Ottoni tedeschi, che la tennero senza contrasto durante un'intera metà del X secolo.
| |
Italia Italiano Italiani Iddio Italia Carolingi Italiani Berengario Berengario II Italia Ottoni
|