Ma, se non altro, non gli capí nell'animo il basso pensiero (e l'ebbero alcuni suoi successori, fatti poi ghibellini) esser piú utile consiglio divider la preda che contrastarla. Se non altro, egli il primo distrasse il prestigio del nome imperiale ed abbatté il maggiore ostacolo che chiudesse agl'Italiani la via dell'indipendenza. Se non altro, non aprí agli stranieri, come tanti altri papi, le porte d'Italia per guadagnar qualche brano di terra, prezzo del sangue fraterno, e, se vi chiamò l'imperatore Arrigo, fu per mettergli il piede sul capo.
Ce ne fossero di questi pontefici! Il fiero pennello di Dante potrebbe solo dipingere l'austera figura di questo grande Italiano, che ebbe ardire, come Sant'Ambrogio, di domandar ragione al primo tra i potenti del sangue e delle lagrime de' deboli e degli oppressi; per mostrarlo, nella guerra mortale ch'egli mosse a tutti gli scellerati di quell'età, grandi e piccoli, chierici e laici, usando ora i fulmini dell'anatema, ora la spada, cadere e risorgere, ma sempre serbare invitta la volontà; per ritrarre armata al suo fianco la donna del medio evo, la contessa Madide: donna di fortezza virile, che neppur ebbe la bellezza del suo sesso e n'ebbe soltanto l'ardente ed appassionato sentire: per mostrare, finalmente, l'indomato vecchio morente nella terra d'esilio, invocar Dio testimonio d'aver sempre favorita la giustizia e combattuta l'iniquità, e spirar l'anima imprecando un'ultima volta ad Arrigo, nemico della Chiesa e d'Italia.
Ma non è in noi virtú da por mano a cosí gran tela.
Ci basti osservare che in Milano ed in Lombardia l'opera incominciata da Eriberto arcivescovo e dalla Motta, o, per dir meglio, da Dio (che egli, e non gli uomini, conduce il tardo lavoro della rigenerazione de' popoli), si venne sempre piú raffermando durante la lotta tra l'impero e la Chiesa.
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