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      Corrado III, figlio di Federigo e fratello di Barbarossa, s'era anch'esso avvantaggiato, acquistando il ducato di Franconia, per la qual cosa le due famiglie, che già da gran tempo erano nemiche e rivali ed insanguinavano la Germania con incessanti guerre, salite ora a tanta potenza, facevan temere avessero, per gelosia d'impero, a sconvolgere del tutto quelle contrade.
      Federigo Barbarossa ed il Duca Guelfo erano, alla morte di Corrado, i capi delle due famiglie. Giuditta, figlia di Arrigo e sorella di Guelfo, era madre di Barbarossa; venivano cosí a mescolarsi in esso i due sangui nemici, ed egli fu debitore della corona imperiale alla speranza concepita da' principi di estinguere colla sua elezione l'antica inimicizia delle due case e ristabilir saldamente la tranquillità della Germania. Gli storici del tempo(85) ci dipingono Federigo savio nel prendere partiti, animoso e costante nell'eseguirli, amante della giustizia, geloso della propria autorità, studioso d'accrescerla e rigido, anzi crudele con chi vi si volesse sottrarre; valente della sua persona, esperto ed avventuroso capitano, vago di gloria guerriera, né schivo ne' momenti d'ozio dagli studi della poesia e da' canti de' trovatori. In una parola, un gran principe, ciò che il piú delle volte vuol dire un gran flagello dell'umanità. Lo fu, in effetto, tremendo per gl'Italiani. Ma, volendo esser giusti (e si deve anche coi nemici) non dobbiamo giudicarlo coll'idee del nostro secolo, ma con quelle del suo. Era mai possibile ch'egli negasse quella fede nei diritti dell'impero, che era ancora tanto potente ed estesa fra gli uomini? Ciò però non iscusa né la sua crudeltà né la sua ambizione, ché la giustizia è una sola in tutte le età, ma ci dà spiegazione del mostruoso accozzamento di qualità opposte che componevano la sua natura, né ci parrà strano trovarlo ora giusto, generoso e leale, ora traditore, crudele ed iniquo.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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