Che premura povera ragazza! Alzarsi avanti il giorno solo per vedermi, e per portarmi... (guarda). Ova... frutti... Che cara giovine! Bisogna che assolutamente pensi ad andarla a trovare e per qualunque strada sposarla. Sento che le voglio troppo bene. Dirò a sua matrigna che del militare non ne voglio saper piú altro, che ritorno al mio podere, che odio tutto ciò che le spiace, glie ne dirò tante, e tante che alfine dovrà cedere se fosse di marmo. Il diavolo vuole che oggi il servizio mi tenga tutto il giorno legato... Maledetto! Se avessi uno scudo almeno, troverei fra i miei compagni chi lo farebbe per me. (Pensa.) Zitto che ho trovata la maniera. Quando fu l'ultima rivista?... Ier l'altro. Dunque per cinque giorni piú non l'avremo. A meraviglia. Se do in pegno la lama della mia sciabola oggi, domani riceverò le mie paghe, e la potrò disimpegnare. Va benissimo. Ma se se n'accorgessero? Guai a me. Eh! non bisogna mai guardare le cose sotto il cattivo aspetto; coraggio il mezzo è eccellente. Ecco Fritz che viene: proviamo a domandare a lui stesso il danaro in imprestito... sarebbe poi piú sicura...
SCENA QUINTA
FRITZ e DETTO.
FRITZ. Addio camerata.
EDWARDO. Buon giorno Fritz.
FRITZ. Ho bisogno di te.
EDWARDO. Ed io pure di te.
FRITZ. Parla dunque.
EDWARDO. No parla tu.
FRITZ. No certo.
EDWARDO. Andiamo, fa' presto.
FRITZ. Ebbene dunque vengo a domandarti un piacere. Senza tanti preamboli ti dirò schiettamente che stanotte ho perduto 18 franchi al giuoco, e che ho pensato di venirteli a domandare in imprestito per un giorno o due.
EDWARDO. Non altro?
FRITZ. No.
EDWARDO. Adesso senti me. Voglio domandarti un piacere; senza tanti preamboli ti dirò schiettamente che stanotte è qui al solito venuta Giorgina, e m'ha detto cose che mi obbligano d'andare a trovarla.
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