.. La vostra abitazione è comoda e bella; dovete condurre una vita molto felice coltivando i vostri poderi; e quest'anno pare che l'abbondanza regni nelle campagne.
GERTRUDE. Grazie al cielo non ci possiamo lamentare.
FEDERICO. E de' miei soldati come siete contenti? Non vi pare molto incomoda la vicinanza del campo? Parlate liberamente; se vi si fa qualche prepotenza, vi sarà resa strettissima giustizia: tale è la mia intenzione.
GERTRUDE. Di nulla al resto ci possiam lagnare. Le truppe di Vostra Maestà sono disciplinate in modo che nessuno soffre della loro vicinanza.
FEDERICO. Se è cosí sono contento. I soldati voglio che siano di difesa al popolo e non d'aggravio. Ma alle volte senza che essi facciano un male positivo, pure essendovene molti giovani, belli, allegri, disinvolti accade che la loro vicinanza sia alle belle donne un po' pericolosa.
GERTRUDE (crede che abbia a lei indirizzata questa frase coperta e fa la vergognosa). Eh... ella... burla.
FEDERICO (sorridendo del di lei equivoco). No non burlo. Sono però persuaso che voi avrete tutto il giudizio necessario. (Mostrando Giorgina) Ma questa bella giovine, non avendo ancora molta esperienza di mondo... forse chi sa... bisogna guardarsi. Ma... ripensandovi meglio (guarda Giorgina) diciamo la verità, un bel giovine con un bell'uniforme non è poi la peggior disgrazia che possa accadere. Non è vero?
GIORGINA (un po' confusa). Non saprei... (Da sé.) Che vorranno dire queste domande? avesse mai scoperto...
FEDERICO (a Gertrude). Fatemi il piacere, buona donna, la passeggiata mi ha dato un caldo grandissimo, e sono arso dalla sete; portatemi un bicchier d'acqua.
GERTRUDE. Mi dispiace non aver un vino degno di Vostra Maestà; pure se si vuol degnare.
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Vostra Maestà Mostrando Giorgina Giorgina Gertrude Vostra Maestà
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