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      FEDERICO (guardando Gertrude). Qual'ordine?
      EDWARDO (va a prender il suo luogo fra i soldati.)
      COLONNELLO. Questo biglietto di Vostra Maestà. Non mi comanda di fare sposar questa donna ad Edwardo Fort?
      FEDERICO (ridendo dell'equivoco). Ma io stamane ho dato questo biglietto a vostra figlia e non a voi.
      GERTRUDE. Ella non ha voluto venire dicendo che era stanca, e me l'ha consegnato.
      FEDERICO. Bene bene, tutto è spiegato. Mentre io darò questa rivista tornate a casa, e fate che qui al momento venga ella stessa.
     
     
     
      SCENA OTTAVA
     
      (Federico va girando per le file de' soldati e trova Fntz senza spennacchio.)
     
      FEDERICO. A questo soldato manca lo spennacchio.
      COLONNELLO. Dov'è egli, parla?
      FRITZ (s'inginocchia). Maestà, è inutile che voglia celare la mia mancanza; io ho perduto qualche danaro al giuoco, e non potendo pagare, sono stato ridotto a darlo in pegno per un paio di giorni. Non credeva che vi fosse rivista. Se Vostra Maestà mi vuol perdonare, mi ricorderò sempre della di lei clemenza. Se mi vuol punire, non mi potrò lamentare che della mia sorte.
      FEDERICO. Lo so che non ti puoi lamentare: ma questa volta la tua eloquenza poco ti vale. Sono oramai stanco di soffrire simili mancanze, e sicuramente non incoraggiarò gl'altri a cadervi col tuo perdono. La disciplina militare e la giustizia me lo chiedono ugualmente; già altre volte ho perdonato ma ora me ne pento. Lascia quell'armi che sei indegno di portare, esci dalle tue file. Inginocchiati qui in mezzo al campo; ed acciò serva d'esempio a chi tra i miei soldati ti somigliasse, se pur ve n'è che non lo credo, ti condanno a perder, qui in presenza di tutti, la testa.
      FRITZ. Ah Maestà.
      FEDERICO. È inutile, si eseguisca.
      FRITZ. Maestà prima di morire una grazia sola.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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