DUCA. Il vostro cambi i fatti, e noi cambieremo le accuse.
DUCHESSA. Ma come mai un uomo ragionevole come siete, può dir cattiva l'educazione del Sacré Coeur: quando diventan madri di famiglia, le educate da loro, ve n'è una che non sia esemplare, che manchi ai suoi doveri, e che...
DUCA. Vero, verissimo, come la vostra cara nipote Fanny...
DUCHESSA. Oh, amico mio, Fanny è molto leggera... cioé è stata... s'è trovata in tali circostanze... ma le sue leggerezze se l'è sapute far perdonare, facendo un gran bene...
DUCA. Sí, quel vostro bene solito, passar la sua vita a far pasticci coi Carlisti e i legittimisti e gli Henriquintquisti e i gesuiti e le gesuitesse, e, se togliete quest'ultime, far all'amore con tutti gli altri...
DUCHESSA. Non vorrete mai liberarvi da quella cattiva abitudine d'esprimervi con una crudità di frase!... E, poi, alla fine, se pretendete che da una casa d'educazione non escano se non sante... un'eccezione non toglie la regola.
DUCA. Io non pretendo nulla, e questo piuttosto lo pretendereste voi, e se Fanny fa all'... fa... com'è la frase sacramentale?... fa... commette leggerezze, l'ho trovata; non è affar mio, è libera, vedova, ci pensi lei. Ma quel che non è leggerezza è il mettersi in intrighi, che non danno un'alta opinione del suo carattere e del suo cuore.
DUCHESSA. Volendo interpretar tutto in male, li chiamate intrighi, voi. Io li chiamo altrimenti.
DUCA. E come s'è lecito?
DUCHESSA. Li chiamo aiutar la causa dell'altare e del trono, la causa della morale, dell'ordine, delle leggi, la causa che deve far trionfare le opinioni de' buoni e degli onesti e liberarci dalle pazzie e dalle iniquità liberali e dagli uomini della rivoluzione e del disordine; dagli uomini che proteggete e trattate, e pei quali abbandonate gl'interessi della posizione sociale vostra e di vostro figlio.
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