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      Se egli mi chiedesse la vita di mio figlio, coll'aiuto della grazia, spero che ne farei il sacrificio... tanto piú debbo farlo d'interessi puramente mondani... Ranzoni è nemico della buona causa, ciò basta; non vi son piú riguardi né di carriera, né di parentela; io la prima desidero e domando che si faccia ogni sforzo per illuminare Sua Altezza e far che lo tolga dal Ministero, e se posso aiutar la cosa, eccomi qua, son pronta.
      PADRE MELINI. Signora Duchessa, conosco la grandezza del suo sacrificio e l'ammiro. Ma ella avrà altra ricompensa, maggiore di qualche vantaggio mondano e delle mie povere lodi.
      DUCHESSA. Io non fo che il mio dovere, padre, e sento che Dio mi fa grazia d'adempierlo senza troppo rammarico. (A parte.) La Ranzoni dovrebbe pagar cara la crinoline.
      PADRE MELINI (a parte). L'eredità del conte di San Felice verrà finalmente, se piace a Dio! (Forte.) Dunque, signora Duchessa, poiché Ella è cosí docile alle ispirazioni della grazia da sacrificare ogni affetto terreno, le dirò che sta in lei d'aiutare moltissimo l'impresa che tentiamo. Molti modi s'eran venuti pensando per far cadere il conte Ranzoni, ed uno finalmente n'avremmo scelto, che ci pare infallibile... Ma, come le dicevo,... ci siamo astenuti per Suo riguardo. Bene. Ora ch'ella non s'oppone, Le spiegherò quale sia questo modo e come possa lei cooperare alla riuscita.
      DUCHESSA. Come Le ho detto, sono pronta.
      PADRE MELINI. Purtroppo le passioni umane entrano in tutti gli affari di quaggiú ed in gran parte li dirigono. Non è in nostro potere impedire il male; possiamo e dobbiamo, però, cercar di valercene in modo che venga a produrre il bene. Dico questo, perché, nel modo che sto per proporle, saremo costretti di mettere in opera passioni, servircene come d'agenti, metterci, per cosí dire, in società di interessi con esse, ed Ella ed io deploriamo egualmente, ne son certo, nell'amarezza del nostro cuore, questa triste necessità. (Padre Melini alza gli occhi al cielo e sospira.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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