Da tutti i lati,
Si fanno applausiDa disperati;
Per lei che sentesi,
Sera e mattina,
Dir, come è amabile!
Quant'è carina!
Via, concediamolo,
In molti sensi,
Se vi son spineVi son compensi.
Ma a me non diconoChe son bellino,
O al piú diranno:
È un bel codino.
E quando è Recita
Al Parlamento,
Quand'entro in scena,
Non sempre sentoQuell'equilibrio
Che pur vorrei,
E che sí beneSa serbar lei.
E se mai sdrucciolo,
Misericordia!
Comincia il versoDella Concordia:
Cose, verissimo,
Che non fan male;
Ma seccatureSenza l'uguale.
Via, concediamolo,
Signora Amalia.
Fare il Ministro
Oggi in Italia
È la men facile,
La meno amena,
Fra le maniereDi stare in scena.
Ma consoliamociChe alfine, il giuoco,
Se è poco bello,
Dura anche poco.
PEL PRANZO DEL CASINO DELL'ULTIMO DEL 1844
SONETTO
M'ha detto stamattina il Presidente:
Be', ci vediamo al pranzo del Casino?
Eh..., gli ho risposto con un bell'inchino,
Mi par di non averci che far niente.
Quei signori, che tanto gentilmenteM'hanno accolto al bigliardo ed al camino,
Potrebbero pensare che a Turino
S'usa di filettare allegramente.
Basta, ho poi detto, sarà poco danno:
Già si sa che al pittore e al letteratoS'aiuta al pranzo a uffa a cap'all'anno.
Sarà male di dir: grazie, obbligato.
E se non basta per uscir d'affannoDi gridar: Viva sempre chi ha pagato!
ATTO UNICO
SCENA UNICA
Camera con tre porte in fondo, quella del mezzo praticabile. Il Cav. Molteni in blouse e berretto di velluto coi calzoni mezzo sbottonati, la barba arricciata col ferro, passeggia agitato per la scena, e si mostra pieno di collera, ossia di sdegno, ovvero d'indegnazione. Comparisce sulla porta in fondo il Sig. Azeglio e gli dice con somma tenerezza, e con voce commossa ed affettuosa
Crepa!!!...
A questo patetico quadro si cala il sipario.
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