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      E gettatasi all'istante la lorica sul dorso, ed afferrando la lancia,
      Se tu questi mi porgi colla lancia, ed io colla lancia h ricevo. Del resto, se il Signor tuo m'inviò donativi con inganno onde m'uccidessi, non debb'io apparirgli inferiore: gli manderò dunque i miei". Diedegli adunque i suoi, acciò quasi in taglione a Carlo li portasse; e --subito ritornò colui, poiché l'inganno gli era andato fallito. Come dunque ebbe a Carlo portati i braccialetti d'Algiso. tosto se li calzò, e gli corsero subitamente fino agli omeri. Esclamando allora Carlo disse: "Non è per verità da stupire, che quest'uomo abbia grandissime forze". Temeva poi sempre il Re Algiso, perché aveva privato del regno esso e il padre suo. e perché era un eroe per robustezza lodevole: perciò aveva colui mandato che l'ammazzasse".
      (32) Vos legite versus quos descripsit Nicholaus / Vos qui transitis sursum, vel foriter reditis. / Hoc opus intendat quisquis bonus erit, ec. ec. [Leggete i versi che scrisse Niccolo / Voi che passate salendo o ritornate per uscire. / Sappia apprezzare quest'opera chi ne sarà capace, ec. ec.]
      (33) Ventotto milioni di lire
      (34) I conti stabiliti da Carlo Magno nelle città al luogo de' duchi longobardi, sopraffatti a poco a poco dalla crescente potenza de' vescovi, avean ceduto a questi la loro autorità nell'interno delle mura, serbandola soltanto per le campagne dipendenti, che vennero cosí più particolarmente dette comitatus, d'onde contado, contadini.
      (35) Era detto granciere da grancia; voce portata probabilmente da San Bernardo. Anche oggi in qualche parte di Lombardia si usa da' contadini nel pretto senso di grange.
      (36) Panno grossolano, usato in quel tempo.
      (37) Milano aveva allora due cattedrali: una per l'inverno, dove poi fu fabbricato il duomo moderno; l'altra per l'estate, nel lato opposto della piazza, dedicata a Santa Tecla.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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