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      - Che cosa m'importa a me di Taranto, della picca, o di Gonzalo?
      - Che t'importa? - ripigliò il primo sorridendo. - Se vuoi dar retta a Ruy Perez, e serbar libero il passaggio al pane per quando Dios fuere servido di mandarcene, non parlar tant'alto che Consalvo ti senta e si ricordi di Taranto... mezza parola è poco, e una è troppo, dice l'Italiano; ed uomo avvisato, mezzo salvato.
      Nuno rispose con un certo garbuglio, al quale la sua mente non pareva avesse gran parte: l'avviso ricevuto lo metteva in pensiero suo malgrado; volse con dubbio l'occhio in giro per veder se l'idea di denunciare le sue poco misurate parole era nata in qualche cervello. Quest'indagine per fortuna fu, o gli parve rassicurante.
      La piazza intanto era rimasta quasi deserta; l'ora di notte sonava al castello; onde questo gruppo imitò gli altri che già s'erano andati sciogliendo, e si disperse fra le strette ed oscure vie della città.
      - Diego Garcia tornerà stasera, - diceva camminando Ruy Pèrez, - le buone lance del suo terzo avran trovato da far caccia in campagna, e forse avremo domani un pranzo migliore della cena d'oggi.
      I pensieri suscitati da una tale speranza troncarono a tutti le parole, ed ognuno tornò in silenzio al proprio alloggiamento.
      Nel tempo che si facevano questi discorsi, il legno che dapprima pareva passasse al suo viaggio, s'era piano piano venuto accostando. Pose in mare una barchetta nella quale scesero due uomini, che prestamente vogarono verso la spiaggia; ed appena scostati, il legno maggiore, spiegate tutte le vele, s'allontanò; nè più si rivide.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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