L'amore per le cose patrie e per la gloria italiana risvegliato dalle eloquenti parole del suo maestro, non poteva rimaner tepido in un cuore qual era il suo, e crebbe al punto di giungere al furore. Combattè spada a spada con un gentiluomo francese, giovane maggior di lui d'anni e di forze, perchè sparlava degl'Italiani, lo ferì e gli fece confessare il suo torto, presente il re e la corte. Lasciata Napoli, dopo varie vicende, incontrò i casi d'amore dei quali avemmo un cenno dal prigioniere francese.
Ma allorchè da Carlo VIII fu messa sossopra l'Italia, e che l'armi francesi la tenevano tutta in ceppi od in timore, si risvegliò in lui più caldo l'amor patrio, vedendo quegli invasori voler farla da padroni in Italia. Si rodeva udendo narrare le loro insolenze nell'attraversare la Lombardia, la Toscana e gli altri Stati italiani. Quando si sparse la fama della fiera risposta di Pier Capponi al re, e che questi aveva ceduto, sfavillava per l'allegrezza, portando alle stelle il valoroso Fiorentino.
Caddero i reali di Napoli. Parvo allora a Fieramosca di seguir la parte di Spagna, per opporsi in qualche modo all'altra di troppo crescente potenza, e perchè l'orgoglio spagnuolo gli sembrava meno insoffribile della vana jattanza francese: poi un nemico che non poteva venire se non per mare, gli parea da tenersi in minor conto; e stimava, quando colle sue armi fossero cacciati i Francesi, impresa meno malagevole stabilire un buono Stato in Italia.
Al chiarore che si diffondeva dall'oriente svanivano a poco a poco e si perdevano l'ultime stelle.
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