Riuscė con ischiettezza, che sapea finger benissimo, a dar di sč opinione migliore della sua fama. Offerse di far con Ispagna una lega ove entrasse il papa, e si lasciasse luogo a' Viniziani, ove vi si volessero accostare, colla quale s'impegnassero ad ajutarsi ne' loro interessi scambievoli, e s'avesse a render palese soltanto quando gli Spagnuoli fosser divenuti padroni di due terzi del Regno. Propose di far colle proprie forze l'impresa di Toscana, mostrando che in Italia i primi amici di Francia erano i Fiorentini, e molto gioverebbe l'abbattere un cosė potente alleato. Aggiunse che avrebbe stimato di gran profitto a questa lega il chiamarvi i Pisani, ajutandoli ristorarsi dei danni fatti loro soffrire dalla Repubblica di Firenze, della quale, ove fosser resi pių forti, sarebber divenuti guardiani vigilantissimi.
Consalvo non aveva obbiezioni essenziali da fare a queste proposte, ed il sottile ingegno di Cesare Borgia sapeva esporre con evidenza grandissima cose che in gran parte eran pur vere. Ma lo Spagnuolo lo conosceva, e durava fatica a fidarsi di lui.
Prese partito di non dar per allora una risposta precisa, e disse voler conferire coi suoi pių intimi prima di prendere una risoluzione. Non lasciō mancare al Valentino nč buone parole, nč uffici cortesi; lo condusse in certe camere terrene che davan sul mare, facendonelo padrone pel tempo che gli sarebbe piaciuto passare in Barletta; e da alcuni suoi servitori pių fidati lo fece servire con quell'onore che si doveva al figlio d'un papa.
| |
Ispagna Viniziani Spagnuoli Regno Toscana Italia Francia Fiorentini Pisani Repubblica Firenze Cesare Borgia Spagnuolo Valentino Barletta
|