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      Fuori del balcone era peggio: vedeva quel tratto di mare che la separava dalla rôcca di Barletta e si ricordava quante volte aguzzando le ciglia avea scoperta, come un punto oscuro sull'acque, la barchetta condotta da Fieramosca. Toccava ora a lei varcar quello spazio, per andare dove?
     
     
     
      CAPITOLO XIV.
      Mentre Ginevra in quest'angoscia desiderava e temeva che si facesse notte, Pietraccio, nascosto nella legnaja sotto le camere di lei, l'aspettava con sospetto ed impazienza, sperando che a sera fosse per venire ad insegnargli il modo di scampare senz'esser veduto.
      La finestra che dall'alto gli mandava un po' di lume, era posta di fuori a fior di terra, e rispondeva in un luogo abbandonato sulla parte di dietro del monastero, ingombro di rovi e d'ortiche, dove non era apparenza che potesse capitar persona: si sbigottì il malandrino udendo passi che si venivano avvicinando fra quelle frasche, e molto più gli crebbe la paura vedendo fermarsi presso la finestra un uomo che tosto riconobbe. Era il Conestabile della torre. Avrebbe voluto meglio appiattarsi fra certe fascine; ma il timore che le foglie secche non lo tradissero, lo tenne fisso nel luogo ove stava, studiandosi di rattener persino l'anelito, ed udì perciò benissimo le parole che passarono fra il conestabile e chi era seco.
      - Ecco qua, cominciò Martino, quella finestra al primo piano dov'è la gabbia col vaso di fiori: come vedete, anche senza scala, per la ferrata della finestra del piano terreno vi si sale senza fatica. Bene... quando siete su, vi trovate in un andito con molte porte; ma tenete bene a mente, la prima a mano manca è la camera di madonna.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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