Fu gran vanto per D. Michele, che ne seppe conoscere ed assaporare il pregio. Dopo questi accidenti seguitando il lor viaggio giunsero al legno che li aspettava, e che fece tosto vela per ritornare in Romagna. Ma non terrem dietro altrimenti a questi ribaldi.
CAPITOLO XVII.
La partenza di Fieramosca e de' suoi amici dal ballo, osservata da pochi, non ne aveva turbata l'allegrezza: Fanfulla togliendosi dal terrazzo, ove avea trovato D. Elvira, con prestezza e senz'essere veduto, era andato a deporre le spoglie del suo amico, e, tornato poi a mescolarsi fra quelli che ballavano come non fosse suo fatto, rideva fra sè della burla compita con tanta fortuna, e si moriva di voglia di raccontarla. La figlia di Consalvo andava coll'occhio cercando Ettore fra gente e gente, e non vedendolo in nessun lato, non sapeva indovinare per qual cagione volesse ora celarsi da lei.
Passata così quasi un'ora, furon veduti entrare Brancaleone ed Inigo, e domandaron di Consalvo ai primi che ebbero innanzi. Fu loro accennato verso un angolo della sala, ove stava in crocchio con alcuni de' baroni francesi. Accostatisi a lui lo trassero in disparte: gli raccontarono la novità che era nata, e come sapevan che il Valentino era nella rôcca, e per suo volere s'era fatto quel disordine; lo pregavano volesse dir loro come s'avessero a governare. Consalvo che lo teneva capace di tali assassinamenti e di maggiori, se fosse bisognato, rimase sopra di sè un momento, poi disse ai due che lo seguissero; e s'avviò verso le sue stanze.
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