Si come anco fu scritto dell'Asino d'oro da Apuleio, delle Sirene da Homero, dell'Harpie da Virgilio, della Chimera, del Minotauro, dell'Hippogrifo, & di simili altre fantasie. E che quel tanto, che si dice, et si truova scritto dell'Alicorno, sia un grido si fatto popolare, si può provare con molte ragioni.
Alicorno che vuol dire.
LE RAGIONI CONTRA L'ALICORNO.
Primieramente il nome istesso porta seco manifesta dubitatione, dicendosi significar una fera incognita, & strana, et ch'ella naschi in India, altri dicono in Etiopia, & altri nel mondo nuovo. Dove è da considerare, che quella poca notitia, che se n'è havuta insin'al dì d'hoggi in tutta Europa, come di cosa straniera ch'ella è, non è venuta se non per via di genti barbare, & rozze, le quali con tutto ciò non par che n'habbino saputo dir'altro, se non ch'ella naschi ne i deserti, & ch'ella vadia solitaria, e per luoghi inaccessibili, & che però sia cosa rara à vedere. Il che è segno, che manco, quelle genti doveano averne cosa di certo, ma ci da ben sospetione, che sotto quei colori eglino ci habbino dipinta una cosa in aria.
E questo si conferma, perche manco gli autori, che dal principio ne scrissero, sono stati di molto conto: perche il primo che scrivesse dell'Alicorno, per quanto si cava da Plinio nel libro VIII al capitolo XXI fu Ctesia, il quale Aristotile nel libro VIII dell'Historia degli animali al cap. XXVIII apertamente nomina per autor poco degno di fede. E con tutto ciò ha del verisimile, che tutto quel, che poscia ne scrissero gli altri autori, & l'istesso Aristotile, & Plinio lo pigliassero da lui.
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