Fino al tempo ch'egli và in amore, piacevolmente se ne ritorna al pascolo con le femmine: passato questo tempo, & ch'egli sente la femmina gravida, di nuovo divenuto bestiale, ritorna à starsi nel deserto, & solitariamente. Dicano già esser solito portarsi i figliuoli di questo animale al Re de' Prasi, mentre son piccioli, per poter poi metterli in steccato nelle feste pubbliche per spettacolo delle sue forze: perche quando son cresciuti, & di perfetta età, nessun si ricorda, che ne siano stati presi mai. Tutta questa bella historia scrive Eliano del Monocerote, la quale conferma Plinio, & vi aggiugne maggior chiarezza, nel luogo sopradetto del libro VIII al capitolo XXI. Dove poi che egli hebbe ragionato di molte cose mirabili in India, & del Rhinocerote, & de' Buoi dell'India, & d'altri animali con un corno, & della fera chiamata Axis, con la pelle bianchissima consecrata à Bacco, immediate soggiugne. Gli Orfei hanno le caccie delle Simie bianche, & parimente del Monocerote fera asprissima; la quale nel resto del corpo è somigliante al Cavallo, ha il capo di Cervo, i piedi d'Elefante, la coda di Cinghiale, & un mugghio grave, con un corno nero in mezzo alla fronte, lungo due cubiti, (e per cosa notabile finisce con queste parole) dicano, che non si può pigliar viva. Dove à me pare, che Plinio con diversi vocaboli, intendesse per gli Orsei i popoli di Nysa: per un altro luogo dell'istesso nel libro VI al cap. XXI dove dice, che alcuni pongono Nysa tra le città dell'India, & il monte Meros dedicato à Bacco, la onde hebbe origine quella favola, che egli nascesse di Giove femmina.
| |
Prasi Eliano Monocerote Plinio India Rhinocerote Buoi India Axis Bacco Orfei Simie Monocerote Cavallo Cervo Elefante Cinghiale Plinio Orsei Nysa Nysa India Meros Bacco Giove
|