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      L'uno è ch'egli lascia, forse per la brevità, & trascorso di scrivere, se il corno è pulito, ò strisciato, & che colore habbia; Et questa dico primieramente, che è quasi una commune trascuraggine degli scrittori, di lasciare tal volta alcune cose indietro, & massime quando si tratta di cosa, la qual sia fuor della sua professione.
      Ma per rispondere dirittamente alla oggetione, tu non hai da intendere questo corno strisciato, cioè ch'egli sia con quelle concavità, come appunto si fanno nelle colonne; ma basta ch'egli habbia, secondo che veggiamo in certi veri Alicorni, alcuni segni, & alcuni lineamenti, che gli si aggirano da alto à basso intorno, che molti ancora non gli avvertiscano. Piu d'importanza è, che questo scrittore habbi lasciato indietro, di che colore si sia quel corno, & massime, che Filete, & Plinio lo pongono apertamente nero, & sodo, & non concavo. Et quivi dico parimente, che per nero non si ha da intendere come quello del Rhinocerote, & quello del Bufalo; ma nero à rispetto della sostanza del corno, che è del tutto bianca, cioè che sia bruno, & del colore del corno del Cervio: senza che questi ancora nel maneggiarli, perdono à lungo andar quella vernice naturale, che gli hanno fuora via, & si veggono del color del tanè al bianco, che però Solino, & certi altri lo pongano purpureo, & non nero. È poscia differente questo autore, che dice espressamente, che l'ugne di questo animale sieno spartite, & come di Capra, dove Eliano, & Plinio dicano che sieno indivise, & à guisa d'Elefante.


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L'alicorno
di Andrea Bacci
1573 pagine 78

   





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