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      La onde Galeno a' tempi piu prossimi, dovendo scriver delle facultà de' semplici à uso della Medicina, per la molta confusione, ch'egli vi ritrovò di quelli, che avanti à lui ne scrissero, fu forzato farvi infinite censure, altri riprese di soverchia lunghezza in questa brevità della vita humana, altri notò di poco giuditio à scriver le cose false, & favolose per vere, & sopra tutti riprese grandemente Panfilo, il quale tra le virtù delle piante descendesse à scriver degli incanti, delle malie, & d'altre sciocche superstitioni, che dal volgo poi son credute, & tal volta malamente adoperate, & predicate per maravigliose. Et con tutto che egli lodasse Dioscoride per lo piu accurato, che sino à quei tempi havesse scritto della materia medicinale; tuttavia ritrovò ch'egli parimente havea bisogno di qualche moderatione, ne mancano hoggi huomini giuditiosi, che desiderano anco la medesima riforma in tutti gli altri medicamenti, eziandio composti, per le soverchie promesse, che di alcuni si fanno, che poi non riuscendo alla pruova, fanno molte volte mancarle di credito in tutto'l resto. À tale che se nelle cose medicinali, & che sono in uso continuamente, si trovò sempre, & si truova ancor hoggi qualche stravaganza, eziandio ne i buoni autori; non dobbiamo punto meravigliarci noi, che'l medesimo sia avvenuto dell'Alicorno, il quale non ha havuto sin quì altra censura, che quella del vulgo, & del tempo, che à lungo andar per trascuraggine induce oscurità, & confusione fin nelle cose chiarissime.


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L'alicorno
di Andrea Bacci
1573 pagine 78

   





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