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      Et maggiormente posti à una tavola di vivande: dove noi veggiamo manifestamente, che'l vapore, che si leva dalle vivande calde, fa appannare (che cosi usano di dire) i vetri, e somigliantemente appanna di quella humidità, che piglia l'Alicorno, & ogni altra cosa tersa, e pulita, che gli sia presente. Con tutto questo costoro s'ingannano grossamente: perche tutta la forza delle lor ragioni consiste in questo, che'l sudore sia effetto dell'anima, & di cosa vivente: e quivi io rivolgo l'argomento tutto contra di loro, e dico; l'Alicorno non è cosa vivente, dunque e' non suda propriamente, ne si muove da principio intrinseco, ma per esser pulito, e fresco piglia di fuora via quello appannamento dell'aria, e del vapore, che in apparentia non par che sia altro che sudore, et vien detto sudore. Sia mosso, ò da proprietà occulta, ò da suo principio intrinseco à ricever quello humore, ò sia dalla qualità del veleno, che contamini l'aria di mezzo, la qual venghi à offuscar la politezza del corno, come si vede evidentemente, che la vista di una donna co'l mestruo offusca lo specchio dove ella guarda, & secca alle volte le piante dove ella passa, ò sia per altro accidente; sia occulta qual si voglia causa, che al dubbio non rileva nulla, tutta volta che l'effetto sia cosi, al quale io mi riferisco. Et in confermatione di questo, io trovo che della medesima proprietà di sudare à la presentia del veleno, nel modo sopradetto, sono certi cornetti del serpente Ceraste, de' quali scrive Pietro d'Ebano Conciliatore nel libro de' veneni, che per questo effetto i Principi ne soleano far i manichi de' coltelli, che teneano in tavola.


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L'alicorno
di Andrea Bacci
1573 pagine 78

   





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