- Scusa, mamma! Ma il supporre che i sassi nascano in un giardino come le piante e i fiori è un po' grossa!
- Certo è grossa. Ma perchè, invece di domandarlo a Dario, non ci spiega ella di dove si levino i sassolini con i quali s'è baloccato finora?
Carlo abbassò il capo e si mise a guardare lo spunterbo dei suoi stivaletti.
- Bravo, esclamò la mamma, bravo davvero! Stia dunque attento alle mie parole; e tu, povero piccino, smetti di piangere. L'ignoranza non è una colpa: ma l'esser presentuosi e sgarbati, sì.
Carlo si buttò al collo della mamma e nascose il suo visino lacrimoso nel seno di lei. Era pentito.
- I sassolini, seguitò la buona signora tutta contenta, si levano dal letto dei fiumi....
- O che i fiumi hanno il letto? osservò Dario.
- Si chiama letto quello spazio di terreno, limitato dalle sponde, dove scorrono i fiumi.
- Ora ho capito. Ma chi ce li porta, i sassolini, nel letto dei fiumi?
- Un momento. I fiumi scaturiscono dai monti scorrono più o meno rapidamente al piano, dove sono le città, le borgate e i villaggi, che essi traversano per quindi scaricarsi in mare.
Il nostro Arno, per esempio, nasce dalla Falterona, il Po dal Monviso, e così via via.
Ora quelle acque, nel loro corso violento, corrodono il terreno, e a un po' per volta, portano via dalle montagne pietre più o meno grosse, alcune delle quali, rotolando sempre e perciò consumandosi, diventano ghiaia, ossia quei minuti sassolini di cui i giardinieri ricoprono lo sterrato dei viali e dei parchi.
- Ora ho capito benissimo, disse Dario.
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