Come vuoi che faccia a masticare?
- Dunque non può mangiare! O di che cosa camperà? Se dovesse morir di fame!
- No, figliuola: il buon Dio ha già provvisto ai suoi bisogni, disse la mamma, guardando con amore la sua creaturina. Il mio seno è pieno di latte, destinato a sostentare il tuo fratellino. Egli è deboluccio, come vedi: ma fra qualche mese, sgambetterà in terra come un agnellino.
- Mi par mill'anni di vederlo! Guarda, babbo, la bella testina tonda! Non m'arrischio a toccarla.
- La puoi toccare, ma leggermente.
- Oh sì, adagino. Dio com'è morbida! Par di toccare del cotone in fiocco.
- E così sono le testine,di tutti i bimbi nati d'allora.
- Se il poverino cadesse se la farebbe in mille pezzi.
- Certo. Ma noi lo vigileremo sempre, affinchè non gli avvengano disgrazie.
- Sai, Enrichetta, disse a un tratto la mamma, che cinque anni sono eri piccina come lui?
- Io? Davvero, mamma?, Non ci credo!
- Eppure, è verissimo.
- Ma se non me ne ricordo!
- Ne sono persuasa. Vediamo un po': Com'era, cinque anni sono, il parato di questa camera?
- È sempre stato così.
- Niente affatto. Io lo feci mutare quand'eri piccina, com'è ora il tuo fratellino.
- Curiosa! Non me ne avvidi neppure.
- I bambini così piccini non si avvedono mai di quanto avviene intorno a loro, e se fra cinque o sei anni chiederai al tuo fratellino qualche schiarimento sulla giornata d'oggi, vedrai che non si ricorderà di nulla.
- Anch'io, dunque, ho avuto il latte della mamma?
- Senza dubbio, rispose il babbo. Se tu sapessi quanto la poveretta si è affaticata per te!
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Dio Enrichetta Com
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