Egli visse lungamente, amato e rispettato da tutti, mentre il suo infelice fratello, fatto segno al generale disprezzo, condusse giorni brevi e obbrobriosi su una cuccia dimenticata. Morì col cimurro, la gotta e la tigna. Morte degna d'una tal vita.
Eppoi, figliuola, noi ignoriamo ciò che il destino ci riserba. Oggi siamo ricchi, ma domani possiamo esser poveri. Non è la prima volta che avvengono tali improvvisi e completi rovesci di fortuna. Stiamo dunque preparati a tutto: amiamo il lavoro, addestriamo il nostro corpo a tutti quegli esercizi che possono conferirgli salute e robustezza, ma soprattutto avvezziamoci a qualche privazione e a star paghi del poco. Non è ricco chi possiede molti denari, ma quegli che ha meno bisogni da soddisfare.
L'Ersilia abbassò il capo e quando fu a tavola mangiò tutto di bonissimo appetito, senza dàddoli e senza broncio.
I Pesci.
Bambini, disse la signora Lucia ai suoi tre figliuoletti, il babbo vuole offrirvi un divertimento a vostra scelta per domani, che è domenica. Siete stati buoni durante tutta la settimana, avete fatto con diligenza le vostre lezioni e vi siete meritati dei bei voti sui registri scolastici. È dunque giusto che raccogliate il frutto del lavoro e della buona condotta. Che cosa volete fare domani?
- Andiamo ai burattini! gridò Giorgio, andiamo ai burattini! Sono tanto graziosi!
- Benedetto te e i tuoi burattini! disse l'Ernestina facendo il broncio. Non capisco come ci si possa divertire a vedere dei fantocci di legno, che si muovono tutti d'un pezzo e ripetono sempre le medesime cose!
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Ersilia Pesci Lucia Giorgio Ernestina
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