Pagina (37/118)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ottobre o non ottobre, il freddo era venuto.
      Avrei potuto tenerlo in casa: ma se il bambino mi disimparava le cose studiate? Io non ero in grado di fargli neanche la ripetizione, io, povera ignorante. Fino ad accorgermi se lo scritto era bello o brutto, e se i numeri tornavano, ci arrivavo anch'io: ma pur troppo quello non bastava. Bisognava intendersi di studi.
      Almanaccai se tra i miei cenci, ci fosse stato qualche cosa da potersi riadattare per lui: nulla. Il pastrano del suo povero babbo era in pegno da cinque mesi, e il mio scillino a righe era tutto un frinzello.
      Non ci avevo nulla, proprio nulla. Sicuro, il braccialetto d'oro, coi capelli del mio marito, c'era. Sfido! Certe cose non si possono vendere, neanche per un po' di pane. Infatti, dopo la morte di lui avevo patito d'ogni bisogno: avevo mangiato patate lesse per un mese e mezzo, ero stata senza vino e perfino col pane a còmpito: ma il braccialetto non l'avevo mai voluto vendere. Era l'unico ricordo che mi restasse di quel pover'uomo.
      Intanto il vento seguitava a mugliare. Allungai una mano per tastar Gigino, e lo sentii ghiaccio marmato. Di certo il bambino aveva preso del fresco. Non potevo più dubitarne.
     
     
     
      Verso le otto mi levai adagio adagio, mi buttai lo sciallino sulle spalle e in un attimo fui fuori. Da casa mia al Ponte Vecchio c'era un passo. Le botteghe degli orefici cominciavano ad aprirsi. Entrai in una, dove ci stava un vecchino, che m'era sempre piaciuto per la sua aria di buono; gli feci vedere il braccialetto e lui me lo stimò venti lire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lezioni e racconti per i bambini
di Ida Baccini
Edizioni Trevisini
1882 pagine 118

   





Gigino Ponte Vecchio