- Vorrei una medicina per la mamma, che ha la tosse!
- Ce ne sono tante delle medicine! osservò il farmacista. Che cosa vuoi? polveri del Dower, pasticche di catrame, olio di merluzzo?
- Piglierò l'olio di merluzzo, rispose subito il bambino, pensando alla guarigione della maestra, Me ne dia una boccetta.
- La vuoi piccola o grande?
- Grande, molto grande!
- Eccotela. Una lira e cinquanta!
Il bambino guardò stupefatto prima il farmacista, poi l'olio di merluzzo, poi un dottore che stava lì accanto al banco leggendo il giornale; e aprendo timidamente la manina balbettò:
- Ci ho tre soldi, interi!
Tanto il dottore che lo speziale, dettero in uno scoppio di risa e quest'ultimo fece l'atto di ripigliar la boccetta. Ma Enrico, piangendo a calde lacrime:
- Mi faccia il piacere di lasciarmela, supplicò, gliela pagherò a un po' per giorno, coi centesimi della merenda. Se sapesse quanto tosse la povera mamma! Sono un bambino per bene! -
Il farmacista gli pose tra le mani la boccetta e gli fece segna di andarsene, cosa che il ragazzo non si fece ripeter due volte: poi il degno uomo si chinò sotto il banco a raccattar della roba che non c'era. E il dottore? Oh il dottore aveva il viso interamente nascosto da quel suo gran giornalone.
Quei due uomini erano due babbi.
La storia d'un grappolo d'uva.
Guardate, bambini, questo bel grappolo d'uva! Io lo serbo, non già a chi sarà più buono, poichè la bontà trova in sè stessa il proprio premio, ma a chi sarà più attento a questa lezioncina. E lo stare attenti non è difficile, specialmente quando in una lezione entrano in ballo delle cose così buone.
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Dower Enrico
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