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      Era vuota. Il sole entrava allegramente dal finestrone spalancato e tracciava larghe striscie d'oro sull'ammattonato rosso. Io presi la mia seggiolina e mi avviai all'uscio. A un tratto sentii come un gemito nella stanza accanto: era la voce della signora Leonarda che chiedeva da bere.
      - O che l'hanno lasciata sola? dissi fra me. E senza stare a pensarci sopra, entrai in camera.
      Era sola, infatti, la povera vecchia maestra. Mi avvicinai al suo letto in punta di piedi, e agguantato il bicchiere sul comodino, glie lo porsi.
      Bevve avidamente fino all'ultimo sorso e ricadde sul guanciale senza riconoscermi.
      In quel mentre entrò la donna che la custodiva. Io, non avendo più nulla che fare, uscii. Quando fui per la strada, colla mia seggiolina in braccio, mi parve che il cielo si fosse rannuvolato. Ma era sereno. Gli è ch'io lo guardavo a traverso le lacrime.
     
     
     
      Le olive.
     
      Lo vedete questo ramoscello adorno di foglie biancastre e carico di piccoli frutti ovali, d'un verde cupo? È un ramoscello d'olivo.
      Proviamoci ad assaggiare una di queste olive. Dio, come sono amare! Non hanno certo il sapore di quelle belle olive che si mangiano col pane. Gli è che le prime sono naturali e le seconde sono state conservate in salamoia cioè nell'acqua salata, la quale ha tolto loro quel sapore amaro che le olive prendono maturando.
      L'ulivo, chiamato dai nostri padri il re degli alberi, è una grande risorsa pei paesi del mezzogiorno. Dove il clima è rigido e freddo, l'olivo non attecchisce, e per renderlo fecondo sarebbe necessario ripararlo dalle inclemenze della stagione.


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Lezioni e racconti per i bambini
di Ida Baccini
Edizioni Trevisini
1882 pagine 118

   





Leonarda Dio